Alessandro Lonero

“Il duro lavoro ripaga, sempre”

Tabella dei Contenuti

Il caso studio di I. è una testimonianza concreta di come, con costanza, perseveranza e un lavoro ben strutturato, si possano superare ostacoli apparentemente insormontabili e raggiungere risultati straordinari. La storia di I. è quella di un’atleta che ha affrontato non una, ma tre grandi battute d’arresto nel giro di pochi anni, mettendo alla prova non solo il suo fisico, ma anche e soprattutto la sua resilienza mentale.

La situazione di partenza

Il nostro lavoro inizia a settembre 2021. I. si presentò a me dopo aver subito una prima lesione del legamento crociato anteriore (LCA) nel settembre 2020. Dopo un’operazione e un lungo percorso di riabilitazione, tornò in campo a giugno 2021, ma solo per poche settimane. Una nuova caduta, una nuova rottura. Nuova operazione, nuova riabilitazione. Il peso di questa esperienza sarebbe stato devastante per chiunque, ma I. aveva ancora una forte volontà di rimettersi in gioco.

Quando ci siamo incontrati, la sua riabilitazione post-operatoria era stata seguita da un centro di fisioterapia locale. Pur non volendo mai commentare il lavoro di altri professionisti, era evidente che mancavano alcune componenti fondamentali per un ritorno sicuro e stabile in campo. La forza fisica era deficitaria, la stabilità articolare insufficiente e, forse l’aspetto più critico, mancava fiducia in sé stessa e nel proprio corpo.

L’approccio iniziale: la nutrizione come base

All’inizio del nostro lavoro, il focus è stato esclusivamente sulla nutrizione. Il primo obiettivo era affrontare la perdita di massa muscolare e peso corporeo che aveva caratterizzato i mesi successivi all’infortunio. I. presentava un fenotipo ectomorfo, caratterizzato da un metabolismo accelerato e difficoltà nel guadagnare peso magro. La sfida era chiara: aumentare l’apporto calorico in modo strategico per favorire il recupero muscolare senza aggiungere stress metabolico inutile al corpo, già provato dagli interventi e dalla riabilitazione.

Abbiamo pianificato un regime alimentare su misura che, progressivamente, incrementava l’introito calorico, focalizzandoci su alimenti di alta qualità nutritiva. L’obiettivo non era solo aumentare il peso sulla bilancia, ma soprattutto costruire una base di massa magra che potesse sostenere il lavoro fisico successivo.

La ricaduta di gennaio 2022

A gennaio 2022, il percorso di recupero di I. subì una nuova, devastante battuta d’arresto. Durante la prima partita dopo il lungo periodo di stop, il tendine rotuleo cedette. Un altro intervento, un altro processo di riabilitazione. In quel momento, il peso psicologico era immenso: nonostante gli sforzi e il desiderio di tornare in campo, il suo corpo sembrava tradirla.

Ricordo vividamente quel periodo. Anche se ero al suo fianco, non posso immaginare fino in fondo la frustrazione e il dolore che I. ha provato. Tuttavia, ciò che l’ha sempre distinta è stata la sua capacità di non arrendersi. Dopo un periodo di lavoro passivo con il fisioterapista per la riabilitazione iniziale, mi chiese di affiancarla anche nell’allenamento, oltre che nella nutrizione. Da quel momento, abbiamo preso il toro per le corna, affrontando il percorso con una strategia completa e coordinata.

Una strategia su due fronti: nutrizione e allenamento

A partire dai primi stadi della riabilitazione, abbiamo impostato un percorso integrato, interamente gestito online grazie ai feedback puntuali e precisi che I. inviava costantemente. Gli obiettivi principali erano chiari:

  1. Nutrizione mirata:
    • Incrementare gradualmente l’apporto calorico per favorire la rigenerazione muscolare e il recupero tissutale.
    • Ottimizzare i macronutrienti per garantire un equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi in modo da supportare sia il lavoro muscolare che le richieste energetiche.
    • Superare le difficoltà legate alla sua costituzione ectomorfa, che rendevano complesso l’aumento di peso e massa magra.
  2. Allenamento progressivo:
    • Costruire un fisico prima di tutto forte e resistente, con particolare attenzione al miglioramento della forza nei principali gruppi muscolari coinvolti nel movimento del ginocchio.
    • Stabilire obiettivi misurabili in termini di forza, flessibilità e stabilità.
    • Lavorare sul piano mentale, restituendo fiducia nel proprio corpo attraverso progressi tangibili.

Gli strumenti del progresso

Ogni fase del lavoro era strutturata con precisione. Per la nutrizione, monitoravamo settimanalmente i progressi di peso e composizione corporea, adattando il piano in base ai risultati e alle esigenze energetiche crescenti. Per l’allenamento, ci siamo concentrati su esercizi fondamentali, come squat e stacchi, che gradualmente reintrodotti con una progressione controllata, e su esercizi di stabilità dinamica per migliorare il controllo neuromuscolare.

Tutto il lavoro si basava su un principio: la qualità del movimento e della preparazione prima della quantità. Non ci siamo mai fatti prendere dalla fretta di accelerare il processo per anticipare il ritorno in campo. Ogni piccolo progresso era una vittoria da consolidare prima di passare al livello successivo.

I risultati

Oggi, due anni dopo l’inizio del nostro percorso, I. è tornata in campo. Guardando indietro, è incredibile pensare alla strada percorsa. La terza foto del percorso è stata scattata proprio nel periodo del suo rientro in campo, e i numeri raccontano parte della sua trasformazione:

  • +6 kg sulla bilancia, ma quasi 10 kg in più rispetto al picco minimo raggiunto dopo la seconda operazione.
  • Incremento significativo della forza: oggi I. è in grado di gestire carichi che due anni fa sembravano impensabili.
  • Recupero completo della stabilità articolare e della mobilità, accompagnato da una rinnovata fiducia nel proprio corpo.

La realtà dietro il successo

Non voglio assolutamente far passare il messaggio che sia stato un percorso facile o lineare. I momenti difficili non sono mancati: periodi di stallo, frustrazione, paura di nuove ricadute. Ma quello che ha fatto la differenza è stato il mindset di I.: ogni ostacolo era un problema da risolvere, non una scusa per arrendersi.

Abbiamo costruito insieme non solo un fisico capace di tornare a competere, ma anche una mentalità resiliente. La capacità di affrontare ogni sfida con determinazione e metodo è stata la vera chiave del successo.

Le lezioni apprese

Questa esperienza ha insegnato molto, sia a me come professionista che a I. come atleta. Ecco alcune delle lezioni principali:

  1. La nutrizione è un pilastro fondamentale per il recupero: Non si tratta solo di mangiare di più o meglio, ma di adattare l’alimentazione alle esigenze specifiche di ogni fase del percorso.
  2. La forza è la base della prevenzione e della performance: Un fisico forte è un fisico più resistente agli infortuni.
  3. Il supporto mentale è cruciale: La fiducia in sé stessi e nel proprio corpo è spesso il fattore decisivo per superare gli ostacoli più difficili.
  4. La costanza paga: Anche quando i progressi sembrano lenti, ogni piccolo passo è un mattone che contribuisce alla costruzione di qualcosa di grande.

Conclusioni

Il percorso di I. è una dimostrazione di quanto sia possibile ottenere con il giusto approccio, il giusto supporto e una mentalità resiliente. Non esistono ostacoli insuperabili per chi è disposto a lavorare con costanza e metodo.

Se anche tu stai affrontando una sfida simile o senti che non stai ottenendo i risultati che meriti, ricorda: il duro lavoro ripaga, sempre. Con il giusto piano e il giusto supporto, i tuoi obiettivi sono più vicini di quanto pensi.

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